Le magie dell’autunno all’Archetta e monte Colonna

L’ultimo sabato utile prima del ritorno dell’ora legale andava festeggiato a dovere. Per sfruttare al meglio queste calde giornate di un pazzo ottobre e l’ora di di luce in più si parte in direzione appennino e, come al solito all’ultimo momento, si decide per la base di  Crespino da cui salire per  l’Archetta ed il Colonna. A farmi compagnia ci sono Ulisse, Roby, Krei e Pec che è reduce da un mese di inattività forzata. E’ un pò preoccupato per la tenuta delle sue gambe visto che il programma non è dei più leggeri. Sa comunque che in caso di difficoltà verrà abbandonato al suo destino con in dotazione una borraccia e una bustina di miele in attesa dei soccorsi !!

Dopo la salita su asfalto ci addentriamo dentro il bosco e questo è quello che ci aspetta: la faggeta con il suo tappeto di foglie ha qualcosa di surreale. E pensare che fino a poche settimane fa tutto era tutto un trionfo di verde.

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Roby con Pec che  sembra tenere il passo .

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Pedalare su questo letto di foglie da una sensazione strana ed anche i rumori sembrano ovattati quasi come quando il fondo è innevato1991aaa

Si arriva all’Archetta e tutte le volte è una nuova emozione . Ma siamo in Toscana  o in un paesaggio andino ?1989

Purtroppo l’intruso che rovina l’inquadratura c’è sempre….

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Le nuvole basse vanno e vengono .

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Ulisse in un passaggio millimetrico , nella gola che ha dato tanto lavoro alle officine.1992aI

La vallata ad est con i suoi caldi colori  dell’autunno.

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Arrivati ai Prati piani incrociamo questi cucciolotti di breton di sei mesi, che non disdegnano le coccole.2012

I loro padroni si fanno un mese qua in alto a caccia, arrampicandosi con le moto da trial e alloggiando nella baracca che hanno atrezzato di tutto punto con letti a castello e ogni ben di dio (all’interno è un trionfo di salami e salsicce appese) . Si può essere o meno d’accordo sulla caccia , ma indubbiamente passare un così lungo periodo avvolti in questo contesto spettacolare, ha il suo fascino .1900

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Una tavolozza di colori niente male , gli impressionisti francesi ci avrebbero tirato fuori un bel dipinto.1999

Krei in azione.

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Ci si trasferisce verso il monte Colonna ,  e dopo la risalita si presentano i primi momenti impegnativi.

Ecco un tentativo( fallito) di aggredire un passaggio che ancora non sono riuscito a chiudere.

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Ognuno sceglie la propria linea. C’è  un pò di traffico, sembra di essere in viale Ceccarini a Riccione il giorno di ferragosto…….

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La sagra del gradone.2008b2001

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E’ il momento di fare ritorno alla base, siamo anche in anticipo sui piani  e c’è pure tempo per la solita birra. Anche oggi splendida giornata in puro stile Marmots!

Fun Fun Fun !!! Jumping a Prato Selva

http://video.mtb-forum.it/videos/view/3956

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Quando Barto chiama…… ( tour del Monte Fumaiolo)

Si prospettava un sabato anonimo con giretto intorno a casa. I miei soliti compagni di scorribande, qualcuno per impegni coi figli, chi in sosta forzata tecnica e chi sicuramente in coma per i postumi del venerdì sera, non si erano resi disponibili per la classica uscita sulle rocce dell’appennino del sabato mattina. Grazie al web e alle segnalazioni di Ale Glassman e del mio socio Ulisse, avevo però visto lo sfizioso giretto con il grande Barto a fare da apripista . Il programmino era tosto : partenza di buon’ora, base vicino a Casteldelci, salita verso Montecoronaro , giro in saliscendi intorno al Monte Fumaiolo con sosta alle Balze e, tanto per gradire, discesina tecnica finale . Il tutto con 1500 / 1600 mt di dislivello positivo e 5-6 ore di giro da fare con bici xc. Era un’altra occasione per testare la frontina da 29 alla quale sto cercando ancora di prendere le misure abituato come sono alla 26 all mountain. Per decidere sono bastati pochi minuti ed al mattino mi sono ritrovato in questo gruppone di 15 persone dei quali ne conoscevo solo un paio….ghiotta occasione per stringere nuove amicizie 

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La lunga salita verso Montecoronaro, per buona parte su asfalto con un migliaio di metri di dislivello, non è neanche risultata poi tanto pesante: la temperatura era ideale e nel gruppone la fatica si sente meno. Alcuni biker mostrano subito di avere un’altro passo rispetto alla media ( c’è anche qualche reduce  “Heroe ” che potrebbe pedalare anche con una gamba sola….)

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Nonostante il martellamento degli spot estivi contro l’abbandono degli animali ( anche quello “pesante” di Rocco Siffredi), guardate cosa hanno abbandonato in mezzo alla strada…..

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La sosta per una ricarica naturale è d’obbligo.

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Finito l’asfalto, dopo alcuni saliscendi, si affronta il tratto che porta alle Marne con una pendenza tra il 30 e il 40% ….. questa è troppo anche per i più allenati.

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Lo spettacolo delle Marne ; Sergio Leone se le avesse viste forse non avrebbe girato Per un pugno di dollari  in Spagna.1732

Qualcuno vuole provare i brividi della Red Bull Rampage, ma forse non è il caso….1737

Il panorama a 360°, complice anche il cielo terso, è mozzafiato.

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Prove di discesa sul ripido1745

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Si affrontano una serie di saliscendi nel bosco col gruppo quasi sempre compatto. Riuscire a tenere insieme tanta gente senza avere problemi non è poi così semplice.

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Ma il capo cordata sa il fatto suo!

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La pausa ristoro ci vuole…e qui ho visto gente tirare fuori panini dalle dimensioni da Guinness dei primati, alla faccia delle barrette iperproteiche!1754

Max “Pepperbike Brumotti” testa la solidità delle tavole di larice….1750

L’avvicinamento al rifugio delle Balze avviene attraverso un sentiero in mezzo al bosco che ricorda molto il sentiero dei Tedeschi  fatto poco tempo fa . Farlo con la frontina è puro divertimento.

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La birra al rifugio è d’obbligo

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Subito dopo il casuale incontro con un gruppo già alticcio di merenderos che hanno 20 litri di vino da finire  mi fa temere per la nostra incolumità nella discesa  finale. Ma si sa, negare un brindisi è da maleducati…..

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Inizia la parte tecnica finale ma  viene sospesa la documentazione  fotografica. Barto è partito davanti come un fulmine  ed il godimento nello stargli dietro sui gradoni e sulle pietraie non andava interrotto. La sua frontina da combattimento è un gioiellino di bricolage: telaio in acciaio,forcella da 34 con 160 di escursione, gomme da 2.40, reggisella abbassabile con comando remoto, cavi idraulici in treccia e tante altre chicchine che la mia ignoranza in materia non mi consente di apprezzare. Basta solo dire che anche le fascette per tenere i cavi sono arancio in tinta con le scritte!  Sullo sconnesso e nei passaggi ripidi  non si muove di un filo, nonostante la mancanza di ammortizzatore posteriore …. la dose di manico, che a Barto non difetta, fa poi il resto. Ho finito le braccia per non perderlo ma ho avuto dimostrazione che la mia frontina con le gomme giuste e la sella bassa è una macchina da guerra e anche sulle rocce non mi fa poi sentire tanto la mancanza della mia Full  all mountain.  

 Rocce che non sono proprio il massimo per le bici xc e per pizzicare  la spalla della gomma basta poco. Max deve porre rimedio in una delle poche soste tecniche.

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Finalmente il guado finale dell’arrivo.1782

A giudicare dalla faccia sembra che Ale si sia divertito….. 

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  Ed ecco la guida che non  cura  solo l’igiene personale ma anche quella della sua bambina con l’impianto/doccia portatile….. quando nulla viene lasciato al caso!

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Il bilancio finale è da 10 e lode, d’altronde  è noto che Barto è una garanzia.Non finirò mai di ringraziarlo. Grande giornata e grande divertimento! Tutto è andato liscio , i guai si sono limitati al minimo sindacale senza causare rallentamenti e non è poco quando si è in tanti. Resta solo il rammarico di non aver potuto conoscere a fondo tutti i partecipanti ma sono sicuro che ci saranno altre occasioni. Grazie a tutti ed alla prossima avventura!!

Cesare

Oggi le comiche………

I Marmots ed alcuni loro amici di scorribande immortalati in alcune situazioni di equilibrio precario……

Crazy Marmots

Un’esperienza Zen (ovvero, come trovare l’armonia nel Sentiero dei tedeschi)

  Non è da molto tempo che abbiamo scoperto la bellezza della bici con le ruote fat , (il virus  ha colpito la maggior parte del nostro gruppo solo da 4-5 anni) ciò nonostante siamo presto passati a prediligere i percorsi  con rocce e gradoni, da affrontare con spirito trialistico, rispetto alle uscite più lineari da effettuare con le front. Una pausa di disintossicazione però ogni tanto non guasta e un bel giro nel Sentiero dei tedeschi nei pressi di Camaldoli, è il giusto toccasana. Per chi va in Mtb da queste parti questo sentiero rappresenta uno dei più bei percorsi da fare in tranquillità e con un contesto che non ha pari. Si possono passare ore senza mai vedere il sole immersi in faggete e tutte le altre piante ad alto fusto tipiche di questi luoghi. Quando al mare la temperatura è vicina ai 35 gradi, questo è il posto ideale per venire a prendere il fresco. Può anche capitare che il classico temporale estivo porti la temperatura ad abbassarsi di colpo anche di 15 gradi, e se non si è attrezzati con l’abbigliamento giusto(come è successo a me ed Ulisse un paio di anni fa) sono dolori . Arrivare alla macchina dopo 3 ore di pedalata sotto il temporale, con la maglia smanicata, e dover accendere il riscaldamento a manetta in Agosto,  non è proprio una gran bella esperienza!

Nell’uscita che vi documento erano con me Krei ed Ulisse.

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L’invaso della diga di Ridracoli visto dall’alto.

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 Un angolo di paradiso…..CIMG1697

La vista non è per niente male.

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Una piccola divagazione rocciosa ci sta: quella vecchia volpe di Ulisse, nel tracciare il giro,  ha inserito una inedita deviazione verso Moggiona che si è rivelata la ciliegina sulla torta di una piacevole giornata.

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Il paese un tempo era noto per i Bigonai ovvero artigiani che producono oggetti in legno di castagno locale . Ne è rimasta una bottega.CIMG1706

Qui l’intruso è Krei e, dall’atteggiamento, questo splendido puledro allo stato brado si starà chiedendo che ci fà da queste parti questo tizio bardato in maniera strana.

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Il sentiero è tutto un saliscendi , la leggera pendenza e l’assenza di settori impegnativi ne fanno un percorso adatto  a bikers di qualsiasi capacità purchè sufficientemente allenati.

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Qualche tratto deve essere affrontato a piedi a causa degli smottamenti invernali.

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Il bosco si presenta in tutta la sua imponenza

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A giudicare dall’espressione  sembra che Krei ed Ulisse  che abbiano gradito.

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Alla prossima avventura… stay tuned!

                                                                                                                                           Cesare

Attraverso la Val Cavaliera, ( o il bosco delle fate?) e poi via di freeride per Lagune..

Da un pò di tempo sentivo parlare di questa Val Cavaliera, mi ero perso l’uscita precedente nella quale i miei compagni di ventura vi erano passati attraverso. Tanto per non farci mancare nulla il menù prevedeva anche di attaccarci la discesa delle Lagune Freeride ( con tanto di salita di Casette di Tiara) .  Per poter completare il giro era però necessario partire di buon’ora e puntare la sveglia alle 5 e mezza non mi entusiasma poi tantissimo…..

Il gruppo si annunciava bello carico . Alle cinque marmotte si sarebbero  aggiunti per strada anche Davide e Alex  e poi  a Quadalto  era previsto il meeting point con Teddy e Marco . Un bel gruppo eterogeneo con diversi livelli di abilità. Una tiratina d’orecchi subito a Davide e Alex che si fanno attendere al casello….Immagine

Si parte dal bar di Quadalto per una salita meccanizzata, visto che abbiamo tre mezzi ed il giro si annuncia impegnativo è meglio risparmiare le energie e tempo. Notare a sinistra il nostro adesivo sul pick up di Teddy sulla stessa linea di quello della Senio Bike e della val Lamone MTB….ragazzi siamo col gotha del MTB !!!! Ma ce lo meritiamo??

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Nel frattempo ci raggiunge anche il Gambero che conosciamo solo di fama. Si dice di lui che  dopo una nottata a fare interventi come pompiere si faccia tranquillamente un’uscita impegnativa in bike senza battere ciglio.

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Si prende la direzione verso il mulino dei Diacci incrociando di continuo il torrente Rovigo che è ancora carico di acqua.

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Roby attraversa lo scenario naturale della cascata dell’Abbraccio.

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Tutta la valle è un trionfo di muschio, non sufficiente ad intimorire Marco.

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Stare in piedi in queste condizioni è però veramente un’impresa… Ulisse ci prova.

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 Teddy ci impartisce lezioni  d’equilibrio .

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Continuano i passaggi per nulla banali.

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Il Gambero non perde occasione , da buon scalatore, di fare free climbing…. però farlo tuffandosi dalla bici è un pò troppo!!!

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La bellezza di questa vallata bisogna guadagnersela anche a piedi, forse è per questo che non è molto trafficata.

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La foto di rito davanti a questa prova della forza della natura.

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Si riparte verso Casette di Tiara.

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La salita è fra le più toste che ci sono in questi luoghi e, a poco a poco,  mette in ginocchio tutti quanti….

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….tutti tranne uno! Zio Teddy non molla mai!!

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Dall’alto la vista è qualcosa di speciale.

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Dopo tanta fatica ci siamo guadagnati il Lagune e ricomincia il divertimento… 

La scioltezza di Teddy.

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E vai di nose press.

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Lagune è una discesa molto tecnica….sicuramente da rifare per apprezzarne a fondo tutte le difficoltà.

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Alla fine ci siamo fatti anche oggi le nostre 5-6 ore di escursione ed è venuto il momento del premio finale….. delizie di toscana e  bionda a volontà!!!

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E per finire … il video!

Cesare

Che spettacolo! Su e giù per i Faldi e i crinali di Gamogna….

Sono quasi cinque anni che andiamo in bici per sentieri , abbiamo esplorato ormai quanto di meglio esprimono  la Romagna, le Marche e la Toscana ma ancora ad ogni uscita non finisco mai di stupirmi di quanto questi luoghi possano emozionare. Avevamo da parecchio nel mirino quest’area che sovrasta Marradi in Toscana ed aspettavamo l’occasione giusta.

Il fatto di poter avere guida d’eccezione ha fatto scattare la molla: Stefano “Zio Teddy” si era reso disponibile per una mezza giornata.  Godere della sua compagnia e approfittare delle sue conoscenze dei luoghi ne faceva  una occasione da non perdere.Ci sono persone che rimpiangi non avere conosciuto prima nella vita. Stefano fa parte di questa categoria.

Il programma era tosto: prima  i Faldi e poi i crinali di Gamogna . Dislivello positivo di circa 1700 metri con percorso da fare  in cinque/sei ore. La parte che mi preoccupava di più era il dover valicare alcuni passaggi con la bici  sulla mia spalla non ancora completamente recuperata, ma sapevo anche che grazie al  lavoro della mitica Gabry ( la fisioterapista che mi ha seguito in questi mesi) ce l’avrei potuta fare.

Lasciate le macchine di fronte alla stazione di Marradi il gruppo composto  anche da Krei, Ulisse, Roberto, Alessio e guidato da Stefano, ha preso la salita che porta ai Faldi .La strada è contornata da robinie in fiore che a queste altezze sbocciano pìù tardi rispetto ai sentieri al livello del mare dove siamo abituati a vederle.Dopo poco, questo era un anticipo di quello che la  giornata  ci avrebbe proposto….

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Ogni tanto una pausa per godere di quanto madre natura generosamente ci offre da queste parti.

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Stefano ci indica tutti i crinali di fronte a noi…è il nostro parco giochi dove abbiamo fatto tante uscite. E’ impressionante come li conosca uno ad uno.899

“Ecco i Prati piani, l’Archetta, il Monte Colonna”. E’ bello poter visualizzare in un sol colpo le creste dove abbiamo passato giornate  che resteranno sempre nella memoria. 898

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La salita è stata dura, ma il fisico non deve patire…. ci pensa  il forno di Marradi che ci propone queste delizie.903a

Inizia il carosello, si alternano tratti di arenaria con parti di sentiero in mezzo al bosco ancora umido. 905a

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In questo passaggio un pochino esposto per fortuna qualcuno fa da  sponda umana ad Ulisse che ci prova……

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Poi è il  turno di Stefano che ci  regala  un nose press per niente facile sul terreno reso umido dalle recenti piogge.

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Anche Krei e Roby se la cavano egregiamente in questo toboga.

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Stefano apre la strada, Ulisse segue a ruota e io…….rincorro ! D’altronde qualcuno deve pur documentare….

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Alla fine del primo tratto Stefano ci lascia al nostro destino , senza non prima averci catechizzato su come affrontare i crinali di Gamogna. E’ il momento topico degli integratori al luppolo e dei saluti.

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Si riparte per la seconda tratta e dopo la prima parte su asfalto si prosegue su sentieri chiusi e battuti dai bovini.

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Le condizioni sono ideali: leggera brezza, temperatura giusta, il sole che ogni tanto si affaccia.Il panorama è da mozzare il fiato, non si vede nulla che non sia verde ruotando la vista a 360°.

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Il sottobosco è bagnato, in ogni gola scorre acqua.

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Dopo un tratto in forestale si arriva all’eremo di Gamogna. L’allegra combriccola fatica a rispettare la regola del silenzio a cui  si è invitati  con cartelli intorno a questo ambiente di meditazione e preghiera. Anche per un agnostico come me questi luoghi hanno un certo fascino . La struttura originaria è dell’anno 1000 . Si nota che è stato recentemente restaurato. All’interno ci dovrebbero essere le monache ,  i prati circostanti sono tenuti con cura.

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Dopo la pausa di “meditazione” ci aspetta la parte più dura della giornata.  I crinali vanno scavalcati e le pendenze  sono anche del 60 % , impegnative da fare anche con le bici a spalla visto che si cammina sulla cresta e i fianchi sono esposti.

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Krei e Alessio sono in apnea, per un’ora non parlano e  guai a guardare ai lati!! Nessuno gli aveva detto che avrebbero dovuto fare bike alpinismo….

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Il premio a tanta fatica.

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Se si vogliono ricaricare le batterie dopo una settimana di stress questo è  sicuramente il posto giusto.

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In alto c’è un puntino con due ruote che  si integra bene col paesaggio.

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Le arrampicate si alternano alla discesa che, anche se alza il tasso di adrenalina visto che i crinali sono tutti esposti,  fa comunque riprendere fiato.

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Le discese sono sempre nella modalità “sul filo del rasoio”.

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Per cinque volte abbiamo superato le cime zavorrati dalla  bici e dallo zaino . Abbiamo disceso le rispettive creste in mezzo a uno scenario da favola. Poi il  bosco di faggi, querce e castagni  ci accompagna fino a quasi in paese.

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Un doveroso omaggio a chi ha saputo vincere le proprie paure per il vuoto. Non è facile fare una uscita come questa con questo piccolissimo problema!Krei ed Alessio siete dei grandi!976a

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Questo fantastico giro è sicuramente da inserire nei primi posti fra quelli fatti finora, con un giusto mix fra tutti gli ingredienti che cerchiamo. Lo spettacolo del monte Gamogna con le sue rocce erose inoltre  lascia il segno. Alla fine siamo  stanchi ma appagati da tante emozioni. Grazie amici!!!

Cesare 

A Bagno di Romagna per un Gallerie in una giornata invernale di inizio estate.

Troppe sono state le volte in cui a causa di previsioni che promettevano il diluvio ci siamo persi giornate che invece si sono rivelate il contrario. Per questo motivo, nonostante fossero indicata piogge sparse dalle 11, abbiamo comunque deciso di andare a fare almeno un Gallerie. Così l’allegra truppa composta da Krei, Alessio, Ulisse, Angelo e Cesare, da S.Piero in Bagno ha preso la provinciale verso Alfero con alla sinistra il Monte Comero, ha  poi deviato verso il lago Pontini con la risalita in mezzo al bosco di castagni .

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Terreno molto umido ma con una buona tenuta…. e via per la discesina verso il lago.

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Mai come questa volta le previsioni meteo sono state azzeccate: alle 11 in punto le prime gocce e la temperatura dai 12 gradi iniziali ha cominciato a scendere .857

anche in questo grigiore che sembra più novembre anzichè fine primavera, il lago Pontini è comunque uno spettacolo!

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Si risale attraverso il bosco e poi la forestale fino ad arrivare al cancello del recinto. Qui di solito ci aspetta il toro col quale dobbiamo sempre discutere per i diritti di passaggio! Oggi lui e le sue vacche sembra però abbiano deciso di stare al coperto. La pioggia intanto si fa più insistente ed i sentieri cominciano a diventare  ruscelli. Non sono proprio le condizioni che che mi entusiasmano.864

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La visibilità con le mascherine non è delle migliori, poi….. con ‘ste facce!

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In alcuni tratti il tipo di fondo scivoloso non ti fa stare in piedi. Equilibrio proprio instabile, il buon senso dice che è meglio non rischiare.

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Non è che siamo finiti in Borneo durante i monsoni??!! Non ci sono più le stagioni di una volta…..876

Questa rampa messa non so da chi non c’entra molto con il recupero dei sentieri. I puristi inorridiscono, ma visto che c’è…….Ulisse ne approfitta.880

Ultimi tratti  prima dell’arrivo.

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La voglia di risalire l’altro versante per fare il Fosso Becca ci sarebbe, ma continua a piovere, siamo bagnati fradici e apparentemente di un colore indefinito.

Urge intervento. Applichiamo alla lettera il detto “sono così sporco che mi ci vorrebbe l’idropulitrice” … D’altronde, visto che dobbiamo mettere anche qualche bici all’interno, l’operazione è indispensabile. 

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Infreddoliti, con qualcuno seminudo per mancanza di ricambi asciutti, carichiamo tutto e spariamo al massimo il riscaldamento. Nonostante la giornata non proprio ideale abbiamo comunque trovato il modo di divertirci anche oggi. Alla prossima…stay tuned !!

Cesare

 

Dal Tiravento al Lavacchio .

” Domani ci spariamo un Tiravento e ci abbiniamo pure il Lavacchio” . Quando Ulisse parte così deciso quello che si farà il giorno dopo è già bello che pianificato, difficilmente si cambia destinazione. D’altronde bisogna cominciare a fare qualcosa di pesante se si vuole preparare  il fisico alle uscite ancora più impegnative che ci aspettano con la stagione calda. Quando  la colonnina di mercurio si avvicinerà ai 30 gradi se non si è raggiunta una buona forma è meglio fermarsi a giocare a bilie sul bagnasciuga. Per completare il percorso sono previsti circa 1300 mt. di escursione e 5 ore di pedalata. La temperatura dovrebbe essere quella ideale anche se come al solito il meteo potrebbe fare le bizze. All’appello ci ritroviamo in sei . Dopo la fantastica esperienza di sabato scorso Elvino e Alessio non sono voluti mancare e anche Krei non ha voluto perdere il treno. Tappa al bar di Corniolo per un tonificante caffè al ginseng e poi partenza verso il Tiravento. Si parte dalla zona interessata dalla frana che nel 2009 si portò via una bella fetta di montagna ( dicono qualcosa come 4 milioni di metri cubi di roccia e terra) 

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 La salita della forestale  con la sua pendenza del 4-5 %  non fa sentire più di tanto i suoi 12 km.Immagine

Ed in cima ….sua Maestà il Tiravento, che specialmente in una giornata come quella di oggi con le nuvole che si rincorrono in cielo, non smentisce il proprio nome.

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All’imbocco incontriamo Davide ed Alex, due ragazzi di Savignano che, dopo quattro chiacchere,  sembrano apprezzare lo spirito Marmots e si aggregano al gruppo.

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L’ultima volta che avevamo solcato questi crinali era luglio inoltrato ed i colori erano decisamente più spenti . I 18 gradi di oggi rendono inoltre tutto più facile.

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Come al solito qualcuno evita di guardare in basso !  Anche questo crinale non è proprio indicato per chi soffre di vertigini. Alcuni passaggi esposti fanno alzare il tasso di adrenalina.

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E questa , come dice lo Zio Teddy, ” è la Romagna che incanta”

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Dopo la discesa flow nel bosco, con qualche punto ancora umido, si comincia la risalita da Premilcuore verso il passo della Braccina. Il primo tratto è su asfalto con ghiaia resinata e la pendenza è da pedalata tranquilla.

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All’inizio del tratto di forestale incontriamo una coppia di biker maturi con le frontine. Lei probabilmente quando sono nato io aveva già tolto le rotelline alla bici, ma sul ripido del 18-20 %  se ne è andata con tranquillità ed è sicuramente arrivata in vetta almeno 15 minuti prima di noi…..alla faccia del sesso debole!

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I pratoni del Lavacchio si aprono a mille interpretazioni, il sentiero non è tracciato e bisogna solo fare attenzione solo ad eventuali buche. Per il resto è un full immersion di natura !

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A volte i ruscelli diventano un tutt’uno col sentiero…

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Non manca qualche tratto impegnativo

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Diventa difficile non entusiasmarsi di fronte a cotanta roba.

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Anche in queste zone le abbondanti piogge hanno fatto qualche guaio e bisogna adattarsi alla situazione.

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Gli ultimi passaggi prima dell’arrivo

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Alessio si abbandona al solito rito scaramantico…ormai è diventata una routine….

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Anche oggi abbiamo fatto una bella lingua!

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 Dopo aver speso energie, condiviso difficoltà ed emozioni è bello ritrovarsi davanti ad un tagliere di prelibatezze e qualche birra. In vero spirito Marmots!

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Roby, Krei, Alessio, Elvino, Ulisse siete fantastici!! Grazie per i  bei momenti amici !!!   

Cesare

L’abbinamento perfetto: Frana trail e Chiardovo Freeride – sabato 11 maggio

Il  consulto telefonico aveva evidenziato qualche necessità di rientro in orari che non fossero come al solito  da “lavoro straordinario” ( partenza alle 7 con ritorno alle 19  ). Al mattino la scelta è caduta su Bagno di Romagna, anche perchè, nonostante tutta l’acqua caduta, il  Frana e la Chiardovo davano garanzia di percorribilità. Giusto il tempo di prepararsi e via sul Mandrioli  fino all’imbocco del Frana trail.Immagine

Alessio è in scimmia piena, gli è bastata una uscita con noi e non riusciamo a scrollarcelo più di dosso! Per l’occasione ha sfoggiato questa mise alla D’artagnan.Immagine

I tipi strani però abbondano, anche Roby non scherza….questo è il risultato di una settimana di duro (?) lavoro….Immagine

Ciò che si riesce a vedere dall’alto non finisce mai di stupire.Immagine

Da qui comincia il puro divertimento, con alcuni passaggi niente male.Immagine

E questo è quello che ci aspetta. Con la primavera questi crinali cambiano faccia, il verde intenso la fa da padrone e regala paesaggi mozzafiato.Immagine

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Il passaggio della frana è  un momento di adrenalina. Un ringraziamento va sempre ai ragazzi che qualche tempo fa  hanno piazzato la fune. Qualcuno dei nostri soffre di vertigini e questo non è proprio il posto adatto …..Immagine

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Il terreno è perfetto, il vento di questi giorni e il sole hanno fatto il loro dovere.  Gomme a 1.7 bar e Krei se la gode.Immagine

E Ulisse non è da meno.Immagine

Quando si dice che nel Casentino ci sono posti unici, queste ne sono  le  testimonianze.Immagine

La mia spalla da poco revisionata fa il suo porco lavoro,…. però Cesare…… un pochino più di scioltezza non guasterebbe………Immagine

Finito il parco giochi del Frana trail viene purtroppo il momento di affrontare la salita di Pietrapazza, con pendenza regolare ma che non molla mai . Per le nostre povere gambe ancora poco allenate non è proprio un toccasana…… e comunque più la facciamo e più ci è indigesta. Immagine

Per fortuna questa è la vista e la fatica si sente di meno.Immagine

Le nevicate di quest’inverno e le copiose piogge della primavera hanno prodotto questi risultati, e non è l’unica frana che troviamo lungo la risalita.Immagine

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Finalmente si arriva all’imbocco della Chiardovo FreerideImmagine

E si ricomincia con  la sagra del gradone.Immagine

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Sempre immersi in questi colori.Immagine

L’arrivo alla fonte sulfurea. Immagine

E visto che Alessio ha fatto il bravo, lo facciamo giocare un’altro pò.Immagine

Alla conclusione del giro è obbligatorio fermarsi dall’Angela, tutto è andato come doveva e bisogna festeggiare.Immagine

L’Angela prepara i migliori rotoli che abbia mai trovato in Romagna. Sono di una sfoglia  croccante  e leggera , con ripieni di tutti i tipi…… una vera delizia per il palato.

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Grande uscita anche oggi  con un  meteo da favola, natura strabiliante, divertimento e adrenalina a fiumi , e una cosa importante come l’amicizia che si cementa sempre di più ogni  volta che ci ritroviamo assieme!! Penso che questa sia l’essenza del vivere .

il video

Grazie ragazzi e alla prossima avventura !!!

Cesare